Covid-19, attesa per il nuovo DPCM. Sicilia in zona arancione: ecco le regole

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Torna in vigore da domani, 11 gennaio, la ripartizione delle regioni italiane in zone gialle, rosse ed arancioni in virtù del differente grado di rischio epidemiologico. Con la prima ordinanza del nuovo anno, il Ministro della Salute Roberto Speranza, ha infatti stabilito i parametri e le divisioni che vigeranno per la prossima settimana, anche in attesa del nuovo DPCM Conte, che sarà valido dal 16 gennaio.

 

Nuovo DPCM dal 16 gennaio: le ipotesi al vaglio del governo

 

Il governo nazionale, dunque, è al lavoro per mettere a punto il nuovo provvedimento, il quale porterà con sè, quasi certamente, alcune novità. Cresce la possibilità di creazione della “zona bianca”, con libertà di spostamento e nessuna chiusura delle attività, che caratterizzerebbe le aree del paese dove la diffusione del Coronavirus è più debole ed i rischi sono, quindi, minori. Parametro fondamentale, come sempre, quello dell’indice RT, la cui soglia per l’ingresso nella zona bianca dovrebbe essere inferiore od uguale allo 0,50. A fare da contraltare l’inasprimento di soglie e parametri per le zone più a rischio: con 250 contagiati settimanali ogni 100.000 abitanti si andrà, automaticamente, in zona rossa. Seguendo questi parametri, secondo i dati diffusi venerdì, sarebbero a rischio zona rossa: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche e Provincia Autonoma di Bolzano.

Quasi scontata, in virtù di quanto detto, la proroga dello stato d’emergenza fino al 30 giugno 2021, in modo da rendere possibile la regolamentazione tramite DPCM ed ordinanze. Tale decisione dovrebbe essere comunicata dal Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, durante il vertice di domani con i presidenti di regione. Tra le novità del prossimo DPCM quelle che riguarderebbero l’attività sportive. Piscine e palestre, al di fuori delle possibili zone bianche, rimarrebbero chiuse, ma l’intenzione sarebbe quella di garantire un graduale ritorno alla normalità, specie per gli sport individuali. Confermato il divieto di svolgere le attività sportive, se non all’aperto e in forma personale, nelle zone rosse, in quelle gialle ed arancioni saranno invece bloccati gli sport di contatto. Al vaglio l’ipotesi, per le aree gialle, di autorizzare le lezioni individuali.

 

Sicilia in zona arancione: l’ordinanza del Presidente Musumeci

 

In Sicilia, intanto, il Presidente Nello Musumeci, recependo le indicazioni nazionali, ha varato un’ordinanza (qui il testo completo) che istituisce e regola la zona arancione fino al 31 gennaio, quindi ben oltre la prossima settimana e l’entrata in vigore del nuovo DPCM.

Gli spostamenti all’interno del proprio comune saranno consentiti dalle 5 alle 22, vietati salvo motivi di necessità, lavoro, urgenza quelli al di fuori dello stesso. Chi entrerà nell’isola dovrà registrarsi nell’apposita sezione della piattaforma www.siciliacoronavirus.it. Esclusi da questo adempimento i pendolari e coloro i quali si sono recati nel territorio nazionale per un periodo inferiore a quattro giorni.

Le attività commerciali dovranno esporre un cartello dove è indicato il numero massimo di soggetti ospitabili contemporaneamente, e dovranno altresì comunicarlo alle locali Asp. Nei centri commerciali, al fine di favorire il contingentamento, dovrà essere presente il contapersone. I titolari delle suddette attività possono prevedere, di concerto con l’Asp, l’effettuazione settimanale e volontaria di tamponi antigenici rapidi (in modalità drive in) per i propri dipendenti che operano a contatto con il pubblico.

Passaggio importante dell’ordinanza quello sulle scuole, tema sempre caldo tornato prepotentemente in auge dopo il periodo delle festività natalizie. Nessuna sospensione per nidi, asili e scuole dell’infanzia, elementari e medie faranno didattica a distanza fino al 16 gennaio, licei ed università invece fino al 31 gennaio. I sindaci, comunque, in virtù di situazioni di rischio, potranno decidere autonomamente di prolungare l’attività a distanza.

Prevista e confermata, infine, la possibilità per i sindaci di chiudere vie e piazze, o di imporre limitazioni allo stazionamento, al fine di evitare il rischio assembramenti.

 

 

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