Il ricordo di Libero Grassi, imprenditore ucciso dalla mafia che si oppose al pizzo

libero grassi

Il premier, Giuseppe Conte, ricorda gli eventi tanto cari ai siciliani che hanno vissuto la storia dell’imprenditore tessile Libero Grassi e vivono sulla scia della sua eredità di valori e forza d’animo. Nato a Catania il 19 luglio 1924 e trasferitosi a 8 anni a Palermo si ribellò alle richieste estorsive della mafia. Il presidente del Consiglio dei Ministri richiama alla memoria il coraggio di Grassi tramite un post diffuso sui social:

Quella di oggi, per l’intera comunità nazionale, è una ricorrenza da rimarcare. Il 10 gennaio 1991 l’imprenditore Libero Grassi, con una lettera rilanciata dal “Giornale di Sicilia”, sfidò apertamente la mafia, denunciando le richieste estorsive e il ricatto criminale.
«Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui.» (Giornale di Sicilia, 10 gennaio 1991)
Di lì a qualche mese, il 29 agosto 1991, la mafia si vendicò con un agguato. Libero Grassi fu assassinato con quattro colpi di pistola.

Libero – di nome e di fatto – non si piegò mai ai sotterfugi della mafia e divenne simbolo della lotta alla criminalità. Il pizzo, infatti, ancora oggi in Sicilia – e non solo – è una piaga che colpisce imprenditori, commercianti e anche comuni cittadini. La storia di Grassi funge da esempio per chi – ai giorni nostri – lotta contro l’estorsione e la criminalità.

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One Thought to “Il ricordo di Libero Grassi, imprenditore ucciso dalla mafia che si oppose al pizzo”

  1. Gaetano bonaffini

    Mancano i contrllibdelle forze dell’ordine e di conseguenza le persone fanno quello che vogliono anche di notte molti giovani non rispettano il coprifuoco,chi li controlla?

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