Italia, premier Draghi in conferenza stampa: “Capisco la disperazione di chi protesta”

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Parla in conferenza stampa il premier Mario Draghi. Tanti i temi affrontati: dall’emergenza Coronavirus al futuro.

Cosa ne penso di coloro che saltano la fila dei vaccini? Con che coscienza la gente lo fa? La disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti. Sono molto incoraggiato dal clima che c’è. Non si possono addossare responsabilità a una parte sola, gli eventi sono stati molto complicati. Vaccinare nelle classi più esposte al rischio è interesse delle Regioni per aprire la loro economia in sicurezza. Nei dati il crollo di fiducia in AstraZeneca si vede meno di quanto uno potesse aspettarsi. Continueremo a dare un messaggio rassicurante, che non viene dato a cuor leggero ma con grande serietà, partecipazione e comprensione. Io mi sono vaccinato con AstraZeneca e mia moglie anche. Proteste per riaprire attività? Questo è normale. La migliore forma di sostegno all’economia sono le aperture, ne sono consapevole. Naturalmente si deve condannare la violenza ma capisco la disperazione e l’alienazione di chi protesta. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, l’obiettivo è un mese di presenza. Stagione turistica? Manca una data. Garavaglia dice a giugno. Speriamo, magari anche prima, chi lo sa… Non diamo per abbandonata la stagione turistica, tutt’altro. Penso a un piano di riapertura delle fiere e degli eventi. Questo è il miglior messaggio di fiducia al Paese. Stiamo guardando al futuro delle prossime settimane. Le riaperture dovranno esserci. Ci stiamo pensando in questi giorni, dipende dall’andamento dei contagi e dei vaccini. Sarebbe possibile avere collaborazioni tra Paesi mediterranei. L’Italia ha molto da imparare da Grecia e Spagna. Dobbiamo lavorare subito all’accoglienza dei turisti con il passaporto vaccinale. Chiaramente ci sono Regioni più avanzate nelle vaccinazioni. Questo dovrà influenzare le riaperture. Per le Regioni che sono molto avanti con fragili e i più vulnerabili sarà più facile riaprire. Il 30 aprile è la data di scadenza del periodo previsto nell’ultimo decreto ma qualora l’andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità si possono riconsiderare le cose anche prima. Il Governo sta lavorando su tutto questo. Avere date significa conoscere esattamente i parametri rilevanti a una certa data. C’è la volontà del Governo di vedere le prossime settimane come di riaperture non di chiusure. Non esistono Regioni o Stato: esistiamo noi. La pandemia ha reso chiare le nostre debolezze infrastrutturali, non è un caso che il Pnrr sia orientato a colmarle, dalla parità di genere al lavoro femminile, alla scuola fino all’istruzione”.

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