Querelle Lega-Darawsha, gruppo consiliare: “La nostra posizione non è razzista”

Prosegue la polemica, nonostante sia già stato nominato l’assessore ai Beni Culturali siculo (il leghista Alberto Samonà), tra il gruppo consiliare del Carroccio e quanti hanno considerato razziste le dichiarazioni rivolte dal team all’assessore alle culture del Comune di Palermo Adham Darawsha. Arriva, infatti, un’altra risposta del capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile Igor Gelarda, insieme alla consigliera Marianna Caronia e ai consiglieri Alessandro Anello ed Elio Ficarra.

“Chi sostiene che le nostre dichiarazioni rivolte all’assessore alle culture Darawsha fossero a sfondo razzista è evidentemente in malafede – dicono -. Le nostre parole testuali sono state potremmo obiettare sul fatto che l’assessore alle culture a Palermo sia un medico palestinese, nulla da eccepire sulla persona, ma frutto, e forse lui stesso vittima, di una scelta puramente ideologica del sindaco. Quindi per noi il problema non è l’assessore, che evidentemente oltre ad essere persona perbene è medico ed è palestinese, trattasi di connotazioni oggettive. Il punto sta nel fatto che abbiamo indicato lui stesso come vittima di questo modo di presentarsi al mondo del sindaco Orlando, cioè di volere a tutti i costi far vedere che Palermo è una città internazionale, tanto da storpiare la parola cultura in culture, da indicare un medico uno straniero, ancorché ben radicato a Palermo, come assessore. La domanda è perché la scelta di assessore alle culture è ricaduta proprio sul dott. Darawsha? Basta dare un occhiata sul suo curriculum, pubblicato sul sito del comune. Un curriculum di tutto rispetto come medico, ma dove non è presente una sola attività, una sola esperienza, che ne potesse far pensare la nomina come assessore alle culture. Ha fatto certo parte della consulta comunale delle culture, ma non ci sembra sufficiente per rivestire l’ incarico di assessore alle culture. Viene naturale il confronto con il precedente assessore, a quei tempi ancora alla cultura al singolare, Andrea Cusumano. Del quale non abbiamo condiviso quasi nulla come scelte politiche, ma sul cui curriculum nulla c’era da obiettare. Ecco perché riteniamo che quella di Darawsha sia una scelta ideologica in stile Orlando, forse basata sul fatto che fosse straniero, almeno di nascita, e desse a Palermo quella patina, storicamente scorretta, ma tanto cara ad Orlando di Palermo città medio orientale – concludono -. Stesso motivo per cui una parte del lungomare venne, secondo noi in maniera altrettanto scorretta, intitolata a Yasser Arafat”.

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