La Festa di Sant’Agata e la feroce polemica dei botti a Catania

Gli animi continuano ad essere accesi per l’ordinanza diffusa dal comune di Catania relativa ai fuochi del tre febbraio, e non solo, organizzati in onore della Santa Patrona. La misura prevede il temporaneo divieto di abitazione in alcune zone vicine ai luoghi in cui vi saranno i fuochi d’artificio dedicati ai festeggiamenti agatini.
L’amministrazione comunale ha risposto alle accuse avanzate dalla popolazione riguardante l’adozione del suddetto provvedimento.

In merito all’ordinanza sindacale emanata per la sicurezza dei cittadini in occasione delle festività agatine  per consentire i tradizionali fuochi d’artificio che accompagnano i vari momenti della festa, l’Amministrazione Comunale precisa che il provvedimento predisposto dal comandante del Corpo della Polizia Municipale riprende l’impostazione di analoga iniziativa del 2018, anch’essa fondata sulla Circolare del Ministero dell’Interno del 2001. 

Il sindaco Pogliese ha doverosamente varato gli atti necessari a garantire la tutela delle sicurezza, curando, con l’accortezza che la circostanza richiede, ogni singolo momento dell’accensione dei fuochi autorizzati e realizzati dal Comitato per le Agatine, recependo in tal senso le indicazioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. 

Il limitato numero di nuclei familiari di via Lavandaie interessati al provvedimento, tra le ore 20 e le 21,00 circa del 3 febbraio, peraltro sono stati anche invitati dal primo cittadino a palazzo degli elefanti per assistere ai fuochi piro musicali.
Pertanto, si commentano da sole le interpretazioni strumentali circolate in queste ultime ore sull’ordinanza del sindaco Pogliese di divieto temporaneo negli immobili situati nei pressi dei luoghi dove si accendono i fuochi pirotecnici”.

Ad ogni modo, questo non è l’unico argomento che ha fatto indignare diversi cittadini, infatti, da tempo si discute della questione dei botti dedicati a Sant’Agata.
I catanesi dibattono anche su un altro punto: a Capodanno gli artifici sono stati vietati dall’amministrazione comunale per la sicurezza pubblica e anche al fine salvaguardare gli animali (tuttavia se si tratta di una tutela dovrebbe essere estesa a tutti i botti o limitata ad un periodo?). A questi quesiti si somma un altro fondamentale punto di domanda: ma se il Comune di Catania riversa in una condizione di dissesto è forse corretto spendere tanto denaro per dei botti? Al momento i dubbi dei catanesi rimangono irrisolti.

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