Calcio, Ciro Capuano ad A1N: “Pulvirenti e Lo Monaco hanno sbagliato a gestire delle cose ma hanno fatto la storia e raggiunto grandi risultati. Ricordi in rossazzurro? Penso sempre ai tifosi, sono speciali”

Tra la quarantena forzata e il calcio fermato per il diffondersi del Coronavirus, per i tifosi del Catania non è stato difficile trovare da casa spunti per rendere un po’ più colorate le loro giornate. Ci pensa l’amarcord di partite giocate dieci anni fa che scrissero quella che oggi è a tutti gli effetti storia a tinte rosse e azzurre. La redazione di Antenna Uno Notizie si associa allo spirito rievocativo di queste ore intervistando un ex calciatore etneo, Ciro Capuano. In rossazzurro per lui goal d’autore dal limite dell’area di rigore e tante discese sulla fascia mancina che presidiava da esterno difensivo. Ecco cosa ci ha detto:

Cosa fai in questo momento della tua vita?

“Sono responsabile di una scuola calcio qui in Versilia. Stiamo facendo un ottimo lavoro. Vorrei rimanere nel mondo del calcio, non come allenatore. Sto studiando da direttore sportivo, mi piacerebbe lavorare nel settore giovanile di un club professionistico”.

Qual è il primo ricordo che immediatamente associ a Catania?

“I tifosi, la gente, la passione che hanno per il calcio e per il Catania che ho vissuto negli anni della serie A, ma anche della serie B. Diciamo che Lo Monaco e Pulvirenti hanno fatto la storia sia nel bene che nel male. Siamo esseri umani. Lo sanno loro che sono in prima linea che hanno sbagliato a gestire delle cose”.

Ieri sui social i tifosi si sono scatenati, condividendo i video di una partita che ha fatto la storia recente del club: Catania-Inter 3-1 con Mihajlovic in panchina. Che ricordo hai di quel famoso Catania-Inter del 12 marzo 2010?

“L’Inter veniva da una stagione formidabile, dopo pochi giorni avrebbe dovuto giocare il ritorno degli ottavi di Champions, però sapeva che venire al Massimino non sarebbe stato semplice. Mourinho si presentò con la squadra titolare, però noi avevamo messo la partita sul piano fisico; sapevamo che prima o poi ci avrebbero concesso qualcosa, avendo la testa alla Champions. Noi in quella occasione siamo stati il Catania perfetto, insieme all’allenatore. Sono momenti, questi, indimenticabili”.

Come hai vissuto la stagione di B che oggi ricordiamo come quella dello scandalo “I treni del goal” ?

“Siamo partiti carichi perché la squadra che avevamo costruito era il top, poteva vincere il campionato. Però la storia ci ha insegnato che non basta avere una buona squadra per andare in A, ci vuole tutto il resto dell’organizzazione dietro per centrare il risultato. I mesi passavano e la preoccupazione era tanta. Non siamo arrivati nemmeno ai play off quindi l’abbiamo vissuta veramente male. Poi i problemi sono arrivati uno dopo l’altro e anche i media ci sono andati giù pesante. Fu una stagione davvero particolare e poi per completare a fine campionato successe quel che tutti sappiamo.
Il presidente, pur avendo sbagliato, ha ammesso le sue colpe. Alla fine come sappiamo nessuno è stato beccato e i giocatori di cui si è parlato non sono mai stati sentiti. Il presidente non ha mai abbandonato la squadra, ha pagato l’errore che ha fatto di tasca sua; ha sempre cercato di costruire squadre competitive insieme a Lo Monaco e alla fine, a livello tecnico, quello che posso dire è che in qualche occasione Il Catania è stato un po’ sfortunato. Certi errori alla lunga si pagano ed alcuni ancora li stanno pagando. Vedremo cosa succederà in questa stagione, parlo dei calcio in generale alla luce dell’emergenza che stiamo vivendo. Siamo tutti sospesi e attendiamo, lavorando attualmente anche da casa con l’aiuto del PC.
Però so che il Catania ad oggi è vivo, ha anche una buona posizione in classifica, Lucarelli sta facendo un buon lavoro con la formazione e le partite che mancano sono ancora tante e chissà, i play off ci hanno raccontato la storia e ci hanno detto che tutto può succedere. Staremo a vedere”.

Cosa pensi del Catania e quanto pensi possa andare avanti?

“Non hanno nulla da perdere, nessuno si aspetta nulla. C’è quella speranza che ha fatto sì che nelle ultime uscite siano arrivate vittorie importanti. Magari zitto zitto continua a lavorare, avendo un buon gruppo, e vediamo dove potrà arrivare. Sarebbe importante continuare nel progetto, il Lecce ci ha messo molti anni a uscire dalla C. L’anno prossimo ci sarà il Palermo in Lega Pro, sperando che il Bari e la Reggina possano andare in B quest’anno. Rimane sempre da capire chi gestirà il club. Di Natale è solo una figura messa lì da Lo Monaco e Pulvirenti, dal mio punto di vista mi sembra strano che Lo Monaco abbia lasciato così. Se dovesse lasciare lo farebbe per cedere il passo a una società tutta nuova. Non vedo a oggi un Catania senza Lo Monaco. Tutti abbiamo sbagliato nella vita, dobbiamo dire grazie a queste persone che hanno fatto vedere il calcio di un certo livello a Catania. Nel caso, dovrebbero subentrare persone in grado di avere la stessa efficacia negli anni di Pulvirenti e Lo Monaco. E non è facile”.

Quali sono stati il compagno di squadra e l’avversario più forte incontrati nella tua carriera?

“Ibrahimovic, Kaka, Shevchenko e Inzaghi come attaccanti che mi sono ritrovato di fronte. Come compagni di squadra è facile citare Gomez, ma voglio sottolineare come Barrientos non sia riuscito a esprimere fino in fondo tutto quello che è stato il suo reale valore. Sulla carta era molto più forte del Papu, poi ci sono tanti altri fattori che determinano il successo di una carriera”.

Con quali allenatori ti sei trovato meglio?

“Quelli con cui ho reso maggiormente sono stati Giampaolo e Mihailovic, anche con Maran mi sono trovato bene pur avendo giocato meno per un momento mio particolare e per l’esplosione di Marchese”.

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