Calcio Catania, escl. Bruno Vicente: “Abbraccio i tifosi, noi gruppo unito e quando tutto sarà finito lotteremo ancora”

Non c’è solo campo nell’intervento di Bruno Leonardo Vicente ai microfoni della redazione di Antenna Uno Notizie. In un momento di grande sofferenza internazionale per la pandemia che sta mettendo in ginocchio intere nazioni, il Coronavirus che ha fermato anche lo sport, il calcio e quindi il campionato del Catania, squadra su cui il centrocampista trentunenne ha puntato a gennaio per il suo rilancio sportivo, emergono spunti che non riguardano soltanto il rettangolo verde ma anche la vita vissuta, quella autentica, tra un viaggio e l’altro, tra una partita e l’altra.

Arrivato a Catania a Gennaio, cos’è che ti ha portato a scegliere il club rossazzurro in un momento così tanto delicato della sua storia?

“Ciò che mi ha spinto a Catania? Sia la piazza che la storia. Mi piaceva l’idea di vedermi con la maglia rossazzurra. Dopo una chiacchierata con il mister, mi è stato detto come stavano le cose, la voglia che c’era in quel momento di ribaltare tutto dal campo, di dimostrare il valore del gruppo e della squadra. Mi ha fatto capire come sarebbe stato il tutto, sul campo e fuori. A quel punto non ho non ho potuto dire di no, anche perché mi ricordavo di alcune partite in cui sono venuto a Catania da avversario. Il Massimino sempre pieno… Io vedevo tanta qualità nella squadra e credevo che a parte i problemi che c’erano e ci sono ancora c’era la possibilità dentro e fuori dal campo di poter dire la nostra e di onorare la maglia. Ovviamente in questo periodo il calcio e tutte le altre cose devono passare in secondo piano, dando la giusta attenzione a questa pandemia, per poi riprendere il più presto possibile. Parlando un po’ di noi, è vero che questo stop non ha fatto bene alla squadra perché nell’ultimo periodo avevamo trovato la giusta strada a livello agonistico e soprattutto a livello di gruppo. Abbiamo capito come funziona questo girone. Abbiamo capito che bisogna lottare ed essere più umili degli altri per far venir fuori le nostre qualità, come poi è avvenuto nelle ultime partite grazie alle quali abbiamo scalato alcune posizioni in classifica recuperando punti e avvicinandoci alle altre un po’ più su. Io credo tantissimo a tutto, tant’è che avevo anche altre proposte ma quando ho sentito il Catania ed il progetto, ci ho creduto e ci credo. Dobbiamo crederci. Proprio in momenti così particolari possono succedere delle bellissime cose, quindi, io ci credo infatti sono qua. Speriamo che con il lavoro, con l’umiltà e la forza di volontà che stiamo mettendo in quest’ultimo periodo, di poter arrivare più in alto possibile. Poi ci saranno questi play off dovremo ripartire tutti da zero quando riprenderà il campionato. Credo che adesso la squadra si sta preparando il più possibile dal punto di vista mentale per affrontare la seconda parte del campionato. Io credo, anzi, sono sicuro che potremo dire la nostra”.

Come, questo stop forzato, può ripercuotersi sul morale della squadra?

“Io credo che non si possa dire che la pausa sia stata una cosa buona, perché stavamo attraversando un buon momento, ma sapevamo che ci mancavano dei giocatori importanti per il gruppo e per la squadra. Io preferisco sempre anche nei momenti brutti prendere il buono che ci può arrivare. Ci mancavano tanti giocatori di qualità ed adesso quando si tornerà a giocare, accorciando il calendario e giocando più spesso, avere a disposizione tutta la rosa e, quindi, anche quei giocatori che fino alle ultime partite non erano disponibili, secondo me sarà positivo. Dobbiamo stare tranquilli  e prepararci nel modo migliore anche a livello mentale e riprendere la strada che avevamo intrapreso”.

A proposito dei tuoi compagni, quanto ti manca il gruppo, l’allenamento, quella sensazione di unione che ci avete fatto percepire soprattutto nell’ultimo periodo?

Posso dire che mi manca tanto vederli, allenarci insieme e le chiacchierate con loro. Manca anche l’abitudine che abbiamo preso da un po’ di andare a cena una volta a settimana. Però anche in questo, secondo me, ragionandoci… c’è del positivo, nel senso che sentendo questa mancanza, quando tutto finirà sarà ancora più bello ritrovarci, come nella vita normale. Possiamo approfittare di questo tempo per migliorare in alcune cose”.

Facciamo un passo indietro. Parliamo della tua avventura ad Agrigento. Ci sono similitudini o differenze nelle due avventure al Catania e all’Akragas?

La differenza è che comunque all’epoca ad Agrigento era il primo anno che la squadra si trovava in serie C e quindi gli obiettivi erano diversi. Credo che cambiano solo gli obiettivi ma quello che vivi durante la settimana lo vivi con la stessa intensità, anche se la pressione della piazza di Catania, lo sappiamo, è tra le più importanti d’Italia”.

Che cosa hai provato la prima volta che sei sceso in campo con la maglia del Catania e quanto pesa, soprattutto indossare la maglia rossazzurra, nei confronti dei tifosi?

Indossare una maglia così importante è stato veramente bello, sembrava il lontano esordio. E’ stata un’emozione bella. Catania era un campo che conoscevo ma è molto diverso quando scendi in campo e la tua gente ti guarda. Credo che per un calciatore giocare in certe piazze deve essere un orgoglio e non un peso. Deve rappresentare quella piazza ed essere bravo a trasmettere sul terreno di gioco grinta e voglia sempre di vincere, sudando tanto e dimostrando ai tifosi che stai rappresentando al meglio quei colori che loro amano tanto, quindi più che un peso è un orgoglio”.

Sei stato autore di due tanto belle quanto sfortunate traverse; quanto ti è mancato e quanto ti manca fare gol, ma soprattutto, quanta fame hai di segnare e di non prendere altri legni?

“Sono state due traverse belle. Il mio ruolo di centrocampista, con centrocampo a tre, non mi ha spesso consentito di segnare, perché hai più responsabilità a livello difensivo. Qui a Catania con il modulo di mister Lucarelli riusciamo sempre alternandoci ad avere un centrocampista spostato verso l’area avversaria e lì ho avuto effettivamente la possibilità di far gol. Peccato che non sono riuscito ad andare in rete, soprattutto in due partite particolari, una contro la prima della classe, e ci tenevamo tanto a vincere, ed anche a Bisceglie naturalmente; lì era da confermare il percorso fatto. La voglia di segnare è comunque tanta”.

In questo momento particolarmente delicato, quanto ti manca il Brasile, tua terra natia.

E’ un momento pesante anche se sia io che mia moglie siamo abituati a stare lontani dal Brasile. Abbiamo tanta paura che questo virus arrivi in Brasile con la stessa forza con cui è arrivato qui ed il Brasile per alcune cose è un po’ più arretrato dell’Italia che è un paese più preparato in tutti i sensi in confronto al Brasile. Sono preoccupato per i miei familiari e per i miei amici che sento ogni giorno invitandoli da ora a stare a casa. Ecco più che nostalgia in questo momento c’è paura e spero che questi numeri presto comincino a scendere. Io comunque credo che nulla succede per caso e da questo possiamo imparare a dare valore alle cose importanti che nell’ultimo periodo stavano passando inosservate”.

Vuoi rivolgerti ai tifosi del Catania e lasciare loro un messaggio?

“Quello che vorrei dire prima di tutto, un messaggio di responsabilità: rimanete a casa e fate questo sacrificio in modo da aiutare le persone, siano loro medici, infermieri e tutti quelli che stanno in prima linea. Aiutate i vostri vicini che magari dopo questo periodo perderanno, speriamo di no, il lavoro anche con un semplice aiuto. Questa è la cosa più importante in modo da superare tutti insieme questo momento. Mi piacerebbe vedere Catania che si aiuta. Per quanto riguarda il calcio, quello che posso dire è che dopo questo periodo abbiamo bisogno della forza di questa piazza e allora spero che dopo questo momento il Massimino sia sempre pieno per festeggiare il ritorno alla normalità, speriamo il prima possibile. Vorrei anche abbracciare i tifosi e ringraziarli per essere tornati allo stadio e di essere rimasti al nostro fianco. Era questo ciò a cui puntavamo anzi era la cosa più importante. Speriamo che questo periodo passi presto”.

Ringraziamo Bruno Vicente e l’Ufficio Stampa del Calcio Catania per averci permesso di realizzare questa intervista.

Fonte foto: calciocatania.it

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