Coronavirus, Siciliani Liberi: “Musumeci attui Helicopter Money”

Sicilani Liberi:
Quella del Coronavirus, come certificano i dati giornalieri e i bollettini diramati dalla Protezione Civile, è innanzitutto un’emergenza sanitaria, che rischia di mettere in ginocchio il sistema medico ed ospedialiero dell’intera nazione ed, in particolare, del Sud. Le ripercussioni del  Covid -19, però, si faranno inevitabilmente sentire anche sul piano economico, e il pericolo recessione è purtroppo concreto.

Il governo nazionale, con il decreto cura – Italia, ha messo nero su bianco le prime iniziative di carattere finanziario, che non hanno ancora trovato piena applicazione e che sono state giudicate insufficenti da più parti. Nel mese di aprile, come annunciato dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, arriverà un altro decreto sul solco della strada tracciata dal precedente, ma sono comunque numerose le voci che si levano suggerendo ipotesi alternative. Una di queste è quella del “Movimento Politico Siciliani Liberi” che, facendo leva sulle su quanto permette lo Statuto Speciale, invita il governatore Nello Musumeci ad attuare un vero e proprio “shock fiscale”, tramite l’emissione di un titolo da 12 miliardi di euro riservandone l’acquisto alla Banca Regionale pubblica IRFIS spa, che permetta gli interventi a sostegno di imprese e cittadini siciliani.

Di seguito gli estratti relativi all’argomento nella nota diffusa da “Siciliani Liberi”:

 

“L’epidemia Covid-19 non può più essere assimilata ad una influenza, per quanto grave. Forse, da un punto di vista strettamente epidemiologico, potrà anche essere “soltanto” un’influenza particolarmente severa per vari motivi (tasso di mortalità, contagiosità, durata della degenza, o altro), ma ciò che è certo è che la chiusura totale delle attività paragonabile ad una vera e propria guerra.

Ora è il momento di pensare ai tanti, troppi Siciliani, rimasti senza reddito dall’oggi al domani: operatori del turismo, dei trasporti, dei viaggi, della ristorazione, dell’intrattenimento, dello sport, del tempo libero, fra poco non sapranno più come fare la spesa. E con loro tutto l’indotto di lavoratori dipendenti, fornitori, professionisti, etc. che da questi traggono i loro mezzi di sostentamento. 

Non c’è che una soluzione: l’Helicopter Money, cioè l’attribuzione generalizzata e gratuita di disponibilità monetarie a tutte le categorie colpite dalla crisi. Persino l’arcigna UE sta sospendendo il Patto di Stabilità (e ci mancherebbe altro…). Non è il momento di fare i tirchi, ma quello di dare una zattera di sopravvivenza a chi ne ha bisogno. Potrebbe farlo, dovrebbe farlo, lo Stato italiano, ma ha deciso di non farlo. Mentre la Germania, per mezzo di una banca pubblica, inietta di colpo nell’economia 550 miliardi, il governo di Conte e Gualtieri si limita a una manovrina di 25 miliardi che, spalmati su tutta l’Italia, sono appena un pannicello caldo, da cui l’intero Stato uscirà con le ossa rotte.

La nostra proposta è questa: motivando con ragioni d’urgenza la propria decisione, si emetta un titolo del valore di 12 miliardi di euro, riservandone l’acquisto alla Banca Regionale pubblica IRFIS spa. Questo titolo sarà formalmente un debito, ma solo formalmente: il debito sarà irredimibile (IRFIS non potrà chiederne mai la restituzione, ma solo la Regione, se e quando lo vorrà, lo rimborserà, anche parzialmente); il debito sarà a interessi zero (IRFIS non potrà avere alcun introito a fronte dello stesso); il debito sarà a tempo indeterminato (non c’è scadenza per il rimborso). In cambio di questo titolo, che IRFIS mette nell’attivo del suo stato patrimoniale, nel passivo apre un conto corrente speciale alla Regione di pari entità. Con questo “bazooka” la Regione alloca le somme a tutti gli operatori economici attualmente fermi a causa del corona virus, secondo criteri di distribuzione equa e con la più ampia diffusione sociale, territoriale e settoriale.

Se lo fa la Germania, abbiamo il diritto e il dovere di farlo anche noi. Nessuno, in un momento così drammatico potrà fermarci. Del resto l’art. 41 dello Statuto garantisce che la Regione possa emettere “prestiti interni”, cioè prestiti rivolti ad operatori interni, quale l’IRFIS è. E questa norma, “speciale” per definizione, prevale sulla norma di diritto comune secondo la quale, in condizioni ordinarie peraltro, la Regione potrebbe contrarre debiti solo per far fronte a spese per investimenti. Ma queste NON sono condizioni ordinarie, e iniettare denaro per mantenere la capacità produttiva, è sostanzialmente e macroeconomicamente una spesa per investimento, non una spesa per consumi.

Peraltro, ad aumentare la liquidità in circolazione, l’IRFIS poi potrebbe prendere questo titolo che ha in attivo, spaccarlo in microtitoli da 20 euro l’uno circa e cartolarizzarlo, distribuendolo nel grande pubblico, attraverso convenzioni con la grande distribuzione che lo accetterebbe in pagamento, anche parziale, dai consumatori, con la convenzione di poterlo usare per il rimborso di pagamento delle imposte in Sicilia (ciò che spetta alla Regione ex art. 37, 2° comma).

Ancora una volta ci sarebbe copertura, magari garantendo tale diritto con una dilazione di due o tre anni. In tal modo questa liquidità aggiuntiva girerebbe come valuta complementare locale, dando una sferzata all’economia paralizzata dalla crisi. I 25 miliardi per l’intera Italia sono una bazzecola. Se il Governo Italiano ci dovesse fermare, allora tutta l’Italia chiederà che emetta, allo stesso modo, almeno 350 miliardi attraverso la Cassa Depositi e Prestiti”.

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