Coronavirus, Renzi: “L’Italia deve ripartire. Scuole? Propongo di riaprirle il 4 maggio”

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La scuola non riaprirà prima del 3 aprile, lo confermano sia il premier Giuseppe Conte che il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Nel corso di un’intervista al quotidiano cattolico Avvenire l’ex premier Matteo Renzi esprime la propria opinione riguardo al ritorno degli studenti tra i banchi, approvando l’idea che si ricominci il 4 maggio, soprattutto per gli alunni di maturità. Renzi ribadisce che, secondo la sua opinione, l’Italia necessita di ripartire.

Bisogna garantire gli esami, il sei politico fa male. I ragazzi hanno il diritto di essere valutati e il governo ha il dovere di permetterlo. Allora faccio una proposta concreta: si torni a scuola il 4 maggio. Almeno i 700mila studenti delle medie e i 2 milioni 700mila delle superiori. Tutti di nuovo in classe, mantenendo le distanze e dopo aver fatto comunque tutti un esame sierologico una puntura su un dito e con una goccia di sangue si vede se hai avuto il virus. È probabile che tanti ragazzi abbiano già contratto il Covid-9 senza mostrare sintomi: sarebbe uno screening di massa importante”.

“Serve un piano per la riapertura. Le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le scuole, le librerie, le messe. Sì, non ci scambieremo il segno della pace ma torneremo a messa. O almeno a fare l’adorazione insieme. Bisogna ripartire. Azzolina? Il ministro giovedì in Senato è stata poco chiara sui tempi, ma è necessario riaprire. Bisogna consentire che la vita riprenda e serve consentirlo ora. Sono tre settimane che l’Italia è chiusa e c’è gente che non ce la fa più. Non ha più soldi, non ha più da mangiare. I tentacoli dell’usura si stanno allungando minacciosi, specialmente al Sud. Senza soldi vincerà la disperazione. Serve attenzione, serve gradualità, serve il rispetto della distanza. Ma bisogna riaprire”.

“L’Italia non può stare ibernata per un altro mese perché così si accende la rivolta sociale. I balconi presto si trasformeranno in forconi ei canti di speranza in proteste disperate. È per questo che le istituzioni devono agire senza perdere nemmeno un giorno. Bisogna ripartire perché l’alternativa è chiudersi in casa e morire. Penso spesso a Firenze: dopo la peste del 1348 creò il Rinascimento. Penso che per arrivare al dopo bisogna attraversare il durante. Faremo fatica ma ce la faremo”.

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