Finaria e Calcio Catania, i perché di ciò che accade in questi giorni tempestosi

Cordata; Catania

Sono giorni particolarmente movimentati quelli che si stanno vivendo in casa Finaria e quindi anche Catania Calcio sul fronte della possibile cessione. Riordinare un po’ le idee fortemente scombussolate dagli ultimi accadimenti dopo un periodo di silenzio quasi assordante durato fin troppo è quindi quanto di più utile si possa fare, al momento.

Per far chiarezza bisogna cercare di fare una ricostruzione corretta dei fatti.

A seguito della importante situazione debitoria del gruppo Finaria, cui fa capo il Calcio Catania Spa, è stato richiesto con formale domanda depositata al Tribunale di Catania sezione fallimentare l’accesso alla procedura concordataria nel tentativo di ristrutturazione del debito. Questo significa che commissari nominati dal tribunale subentrano nell’attuale amministrazione di Finaria.

Sul fronte Calcio Catania spa, nel frattempo, abbandonata presto quella che si è rivelata l’astratta ipotesi Follieri, è stato costituito un Comitato a rappresentanza di una cordata formata presumibilmente da diverse personalità che fanno parte del tessuto imprenditoriale della città ma della cui identità dei singoli non è ancora pervenuta ufficialità, che ha manifestato il proprio interesse all’acquisizione della società etnea.

Tra patto di riservatezza ed emergenza COVID-19, un periodo silenzioso rotto solamente pochi giorni giorni fa quando il Comitato annunciava tramite comunicato la prima offerta per l’acquisto del Catania Calcio spa, offerta pari a 2 mln di euro pagabili con comode rate, 30 in tutto: 200mila euro alla firma dell’accordo, 300mila entro il 6 giugno e altre 28 rate successivamente (all’incirca 53,6mila euro a rata). Finaria ha a sua volta risposto, sempre per mezzo di un comunicato fatto pervenire direttamente a Maurizio Pellegrino, nel frattempo intervenuto negli studi di Futurapress, rifiutando l’offerta ritenendola “non congrua”.

È obbligatorio premettere che, dal momento in cui il Gruppo Finaria ha chiesto l’accesso alle procedure concordatarie, ogni decisione ad esso relativa, compresa, dunque, la Cessione del Calcio Catania Spa, sarebbe dovuta passare al vaglio del Tribunale, per conto dei Commissari nominati, cosa certamente accaduta prima che Finaria, tramite l’ufficio stampa del Calcio Catania, trasmettesse il rifiuto dell’offerta.

Poco davvero c’è da dire sulla “non congruità” dell’offerta avanzata dalla cordata che, offrendo 2 mln di euro, rateizzabili e delle cui garanzie a sostegno non ci è dato sapere, oltre l’accollo dei debiti, non entusiasma e non può essere indicatore di forza economica in questa forma, lo specifichiamo la forma è importante in questa circostanza poiché l’accesso alla procedura di ristrutturazione del debito esige una immediata ricerca di liquidità che possa appunto ammortizzare il debito complessivo. Si ritiene inoltre che, ammessa e non concessa la congruità, oltre che la ratealizzabilità della cifra, la piazza di Catania oggi esiga, quasi pretenda, l’interesse di qualcuno che possa finalmente portare fuori dalle sabbie mobili la squadra etnea che da troppo tempo milita nelle categorie inferiori del calcio professionistico; la piazza merita e pretende qualcuno in grado di investire denaro in virtù di un progetto condiviso: portare il Calcio Catania agli antichi splendori.

Le prossime mosse della cordata, e quindi del Comitato, saranno determinanti per capire quale esito potrebbe avere la trattativa. Del resto lo stesso Maurizio Pellegrino ha parlato di “primo approccio”. Il rilancio dell’offerta potrebbe restituire una immagine diversa delle potenzialità del gruppo. Non si può entrare nel merito dell’approccio, dettato probabilmente anche dalla presa visione degli indicatori debitori del club rossazzurro e bisogna attendere le mosse successive, le prossime puntate della telenovela che però ha già stancato i tifosi che vanno capiti dopo anni di delusioni e parole che il vento ha portato via, perché non supportate dai fatti.

Cordata e Comitato a parte, cosa potrebbe accadere al Calcio Catania? Ipotizziamo possibili scenari.

Il primo e più probabile epilogo di questa storia è che la cessione si concluda con un’asta, nell’ambito quindi di una procedura concorsuale. A questa conclusione si arriverebbe se la Cordata, al momento unica formale interessata all’acquisto del Calcio Catania, non rimodulasse l’offerta respinta in modo da farla diventare congruente: per intenderci, facendo una stima veloce, dovrebbe offrire almeno dai 5 ai 10 milioni di euro, più l’accollo dei debiti, almeno questo è il parere che addetti ai lavori forniscono alla nostra redazione.

E se, invece, nella trattativa subentrasse un terzo che manifestasse il proprio interesse alla cessione? Si aprirebbero nuovi scenari. Il Catania per evitarne il fallimento può auspicare soltanto ad una cessione totale delle quote? Ci riferiscono di no. Uno scenario eventuale potrebbe vedere subentrare nell’attuale assetto societario un nuovo socio, con, magari, una buona capacità di liquidità, che potrebbe acquisire la maggioranza delle quote. Certo, anche questa ipotesi dovrebbe essere accuratamente vagliata dal Tribunale a cui spetterebbe, in ultima istanza, la decisione.

Ma c’è di più: con l’emergenza sanitaria che è diventata anche economica e sociale, dovuta al COVID-19, il Governo ha previsto diverse misure di aiuto alle imprese e tra queste, maggiore flessibilità per le società in difficoltà, e si contempla un “prestito su larga scala” che potrebbe diventare il nuovo “salvagente” di Finaria. Si, avete capito bene: la crisi finanziaria potrebbe portare un beneficio per il Catania Calcio, ed aprire, così, scenari nuovi, fino ad un mese fa, impensabili.

Fonte foto: calciocatania.it

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