Esclusiva A1N, Ghirelli: “Il Catania è un pezzo di storia del calcio italiano. Lega Pro rischia la continuità aziendale”

Ghirelli

La redazione di Antenna Uno Notizie ha intervistato, in esclusiva, il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, per un commento sul momento di difficoltà vissuto sia dal nostro paese che dal sistema calcio, sulle soluzioni e sui provvedimenti da adottare in terza serie e sul futuro del Catania.

Come sta vivendo questo periodo? Qual è la sua opinione sulla possibile ripresa dei campionati?

“Lo vivo a casa, lavorando più di prima e ringraziando i miei eccezionali collaboratori di Lega Pro, perché lavorano tutto il giorno, e spesso anche la notte, dando una prova encomiabile di attaccamento alla maglia e di professionalità. Contemporaneamente collaboriamo con Price, una delle più importanti società al mondo per quanto riguarda i bilanci aziendali. Questo ci consente un’interazione che si è esplicitata, come primo passo, nell‘analisi dell’impatto economico – finanziario determinato da questo maledetto virus sulle nostre società. La nostra è stata l’unica lega che ha svolto un’analisi simile, anche in riferimento al campionato 2020/21″.

“Abbiamo stimato un impatto conservativo, non dovevamo alzare il prezzo anche in segno di rispetto verso un Paese che soffre, abbiamo fatto un’operazione scientificamente provata. Nello stesso tempo stiamo lavorando su un piano strategico, che non preveda un primo tempo, un secondo tempo, l’emergenza e poi il rilancio, ma che metta insieme questi ultimi due elementi. Ci sono due parole chiave al centro del nostro piano strategico: discontinuità e coraggio. Questa scelta – aggiunge Ghirelli – arriva perchè siamo ad un bivio, lo eravamo anche prima del virus, perchè, dopo le regole, c’eravamo posti il problema di guardare alla sostenibilità economica. Adesso, con questi due punti di riferimento, dobbiamo ripartire in modo strutturato, riformare e reinventare. Dobbiamo definitivamente uscire dalla cultura dei fallimenti, che ha caratterizzato negli anni scorsi la Serie C, dobbiamo mantenere vivo l’originale impianto sociale che ci caratterizza e, con lacrime e sangue, dobbiamo tagliare i costi e investire in settori strategici. Non a caso, due giorni fa, abbiamo dato l’annuncio di aver presentato, per la prima volta, due progetti all’Unione Europea. Il primo, Erasmus Plus, in cui siamo capofila nella formazione, in collaborazione con varie federazioni internazionali e con una squadra spagnola. Il secondo, quello sul Match fixing e sulla lotta per la legalità, in cui compartecipiamo con la Sorbona di Parigi, una delle università più prestigiose al mondo”.

“La ripresa dei campionati? Da qualche giorno – ammette Ghirelli – se mi viene chiesto, rispondo ieri… Fino a poco fa avrei risposto domani. Lo dico perchè è evidente che c’è voglia di tornare in campo, se non altro per dare qualche minuto di sollievo, per aiutare gli italiani a staccare, anche solo per un attimo, dalla pesante realtà, per infondere quell’energia positiva di cui abbiamo tanto bisogno. Nello stesso tempo, però, dobbiamo confrontarci con la realtà, determinata dal fatto che, come in guerra, c’è una catena di comando, rappresentata dalle autorità scientifiche e sanitarie, dal governo, dal CONI, dalla FIGC e dalle leghe. Purtroppo, prima che le autorità scientifiche e sanitarie possano dirci come procedere, c’è un convitato di pietra, il virus silente e subdolo, di cui dobbiamo tener conto. Sarà un problema fin quando la ricerca, i farmaci, la straordinaria struttura medico-sanitiria italiana, non riusciranno a devitalizzarlo. Nel momento in cui ci daranno il via libera interverrà il ruolo del presidente della Lega, poi logicamente il dominus nelle scelte è sempre la federazione. Lo dico non per scaricare le responsabilità, ma perchè è bene che, soprattutto in guerra, le gerarchie siano ben chiare, per non fare confusione. Si può anche sbagliare, ma non fare confusione. E’ evidente, conclude Ghirelli, che si porrà la questione del protocollo sanitario che va rispettato“.

 

Quali sono i rischi per le società di Serie C e per la Lega Pro? Vive questo momento con apprensione o immagina già delle soluzioni per evitare scenari drammatici?

“E’ un momento particolare, che nessuno si sarebbe mai augurato di vivere. Partiamo da una condizione generale, di clima, nel quale è difficile ragionare. Ognuno di noi, infatti, si chiede: Ce la farò? Che cosa troverò del mio lavoro, della mia azienda? C’è quindi un incrocio di elementi in cui scatta un ruolo particolare di chi ha la responsabilità di governare. La responsabilità di portare tutti al di là dei crateri di cui il virus maledetto ha costellato il paese. Tutti questi elementi determinano una pressione per cui, spesso, c’è il rishio che la mente non sia libera, lucida, tranquilla. Spesso c’è una lettura delle cose che è vecchia, secondo il vocabolario pre virus. Noi, però, viviamo una condizione particolare, in cui c’è una guerra in atto ed una società civile che pulsa, ma che sta subendo livelli di mortalità superiori a quelli di un conflitto bellico. Dobbiamo saprere che, tutto ciò, crea problemi dal punto di vista del ragionamento, di come si valutano le cose”. 

Rischiamo la continuità aziendale – sottolinea Ghirelli – perchè i patron delle nostre 60 società calcistiche sono, contemporaneamente, propietari di una o più aziende, dalle quali ricavano profitti, e tramite le quali danno lavoro ai dipendenti. Anche queste aziende sono sottoposte alla pressione della crisi e il rischio è che, ad un certo punto, il proprietario si trovi di fronte ad un bivio, che appare sempre più vicino: intervengo sulla società madre? La risposta, giustamente, è si, perchè, osserva Ghirelli, quella azienda garantisce sè stesso, la sua famiglia, gli operai. Il calcio, e questo bellissimo impianto sociale che è la Lega Pro, si presentano con una fragilità incredibile. Come quando la crisi arriva in una famiglia, si taglia tutto ciò che non è essenziale, per vincere la crisi. Ecco, noi rischiamo questo ed abbiamo quindi bisogno di interventi rapidi, di ammortizzatori sociali, di liquidità nelle aziende. Nel calcio professionistico noi siamo stati i più coerenti rispetto alla salute, ci siamo fermati il 21 febbraio nei gironi A e B, e alla fine di febbraio nel girone C. Sono passati due mesi e, da quel momento, i nostri presidenti non prendono un euro, dal momento che le nostre risorse sono rappresentate dai botteghini e dagli sponsor”.

 

Quali sono le prospettive in vista del consiglio federale del 4 maggio? Si rischia uno scontro frontale tra le società o tra le leghe in virtù degli interessi di parte?

“Se in una fase del genere, caratterizzata da quei dati che non ripeto, in cui la salute è l’elemento fondamentale, si instaurasse, cosa che personalmente non credo avverrà, un clima di litigi oltre le misure, sarebbe la ditruzione del calcio, si determinerebbe uno stacco rispetto allo sport più popolare al mondo, dal momento che siamo capaci di stare nelle pieghe della società e, oserei dire, di sentire il battito del cuore di quanti sono vicini al calcio. In quel caso si interromperebbe tutto ciò. Dobbiamo sapere che, quando in assemblea discuteremo sulle soluzioni da adottare, l’unica che non crerebbe problemi sarebbe terminare il campionato, con i verdetti determinati dal campo. Nessun’altra soluzione, qualsiasi essa sia, troverà l’accordo unanime, per il motivo molto semplice che qualcuno sarebbe scontento. Chi, ad esempio – osserva Ghirelli – pensa di bocciare la soluzione del suo vicino deve sapere che, anche la sua, ha un margine più o meno grande, in cui non ci sarà l’unanimità dei consensi. Una governance saggia deve trovare la soluzione che scontenti il minor numero possibile di suoi associati, tenendo contemporaneamente in conto le concatenazioni determinate dall’esigrnza di stare nel sistema calcio”.

 

Le fideiussioni emesse dalla società di Lega Pro per l’attuale campionato verrano rimborsate? Quali soluzioni pensate di adottare per i costi d’iscrizione alla prossima stagione?

“Per quanto riguarda il precedente campionato abbiamo avanzato un’ipotesi che, credo, sarà portata in consiglio federale. La proposta, anche in virtù dell’accordo tra AIC ed AIAC, prevede che si possa liberare in proporzione agli impegni già ottemperati, ed è una novità. Bisogna portarla in consiglio per il semplice motivo che c’è una norma federale che andrebbe modificata. Circa il futuro dobbiamo mantenere alte le regole che hanno funzionato e che, in questo campionato, hanno consentito di evitare che i banditi entrassero dentro la nostra lega. Ce ne sono tanti, pronti ad utilizzare questo momento di difficoltà. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo seguire le indicazioni degli economisti e del governo, liberare al massimo le risorse e non immobilizzarle, per rimettere benzina dentro il motore e ripartire“.

“Da questo punto di vista la mia proposta in consiglio federale è stata di togliere la fideiussione che tiene bloccati contemporanemanente – prosegue il presidente della Lega Pro -, tra la B e la C, 34 milioni di euro, che diventano 45 con le integrative e sostituirla con una fideiussione fatta dalla Lega, che garantisca ciò che garantiva la precedente: gli emolumenti e la salvaguardia del sistema nel caso in cui vi fosse il default di una società. Una fideiussione della lega, quindi, che non tolga un euro alle associate e che non faccia pedere nemmeno un giorno rispetto alle scadenze programmate. Allo stesso tempo si dovrà mettere in moto un meccanismo molto più selettivo. Qualora le società non dovessero rispettare gli impegni, la Lega interverrebbe bloccando la parte corrispondente di contributi. In queso modo si opera un ulteriore elemento di selettività tra i club virtuosi e quelli inadempienti. Perchè, mentre la fideiussione colpiva tutti, questo provvedimento è indirizzato verso quelli che non rispettano gli impegni, senza conseguenze per i virtuosi. Ci sono inoltre, ricorda Ghirelli, tutte le normative che verranno riconfermate, relative al fatto che se, dopo due bimestri, non c’è il pagamento degli stipendi, la squadra in questione viene esclusa dal campionato. Liberiamo risorse per far ripartire il sistema, e allo stesso tempo operiamo per intervenire in maniera selettiva contro gli inadempienti nel rispetto dei virtuosi”.

Sta seguendo le vicende del Catania? Qual è la sua sensazione sul futuro della società rossazzurra?

Seguire il Catania è, per me, un obbligo, perchè il Catania è un pezzo importante della storia del calcio italiano. Il Catania è un grande mosaico di passione, colori, tifosi, cuori e sarebbe veramente irresponsabile se un presidente di Lega non ne seguisse le vicende, vorrebbe dire che sarebbe meglio se svolgesse un altro compito. Il Catania ha Giuseppe Di Natale, un Ad di grande valore, con un’esperienza aziendale molto forte, di grande competenza. Al contempo è un uomo che ha un grande attaccamento alla città e ai colori. Sento che ci mette competenza, professionalità e passione, non è facile trovare un simile modo di lavorare. Sta facendo il massimo, osserva Ghirelli, credo che dobbiamo dargli tutti una mano, perchè possa portare la barca, anzi il transatlantico visto che si parla del Catania, in porto… Noi ci siamo!”

(Fonte foto: www.calciocatania.it)

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