Catania, Carabinieri aggrediti per impedire arresto pusher: 6 misure cautelari

Carabinieri del Nucleo Radiomobile aggrediti con calci e pugni per impedire l’arresto di un pusher. Succede il 26 aprile scorso nel quartiere di San Giovanni Galermo, a Catania, dopo una perquisizione domiciliare dei militari nell’abitazione del 37enne, Pietro Masci, in via Pantelleria. All’interno della casa sono stati trovati stupefacenti quali marijuana e cocaina, materiale utile al confezionamento della droga, un bilancino di precisione e fogli con annotate le cessioni ai diversi clienti. Le Forze dell’Ordine, quindi, stavano procedendo con l’arresto in flagranza dell’uomo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ma nel giro di pochi istanti si è creata una vera e propria rivolta contro l’azione dei Carabinieri.

Sonia Ganci, moglie dello spacciatore, e i tre figli minorenni (tutti in casa con il soggetto) sono scesi in strada diretti alla vettura di servizio e proprio la donna ha iniziato a gridare “Speriamo che caschiate da queste scale, vi ammazzate e vi rompete l’osso del collo tutti”. A quel punto molti residenti, notando quanto stava accadendo, hanno spalleggiato la vicina di casa iniziando a opporsi – a piedi o in scooter – al fermo di Masci minacciando i militari. Tra loro figura Mario Maurizio Calabretta che urlava “Guardate questi rovina famiglie, ve la facciamo pagare”. Quest’ultimo e la coniuge del pusher hanno bloccato lo sportello della gazzella tentando di liberare l’arrestato e urlando minacciosamente contro le Forze dell’Ordine. Calabretta, due figli del fermato e Salvatore Musumeci hanno aggredito fisicamente un militare arrivato in soccorso dei colleghi. Quello creatosi era un parapiglia generale che non ha impedito, anche se con molta fatica, l’arresto di Masci. I malfattori, non contenti per quanto già fatto, hanno provato a tirarlo fuori dall’auto di servizio aprendo la portiera. In particolare a compiere l’azione è stato Danilo Gaetano Aurora, due dei figli e Liliana Bellia spingevano verso di loro Masci per farlo uscire dal mezzo. Il veicolo dell’Arma, inoltre, è stato preso a calci e diversi punti della carrozzeria sono stati segnati. I Carabinieri alla fine hanno identificato e arrestato solamente Masci e Calabretta. Il Gip del Tribunale etneo ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in carcere. Due militari riportarono lesioni personali: il primo aveva un trauma cranico, uno all’emitorace destro, delle escoriazioni al collo e al volto e una prognosi di 10 giorni, mentre il secondo ha riportato un trauma cranico, uno facciale, uno costale bilaterale e uno alla gamba sinistra con una prognosi di 30 giorni.

La ricostruzione dei fatti, grazie all’attività di indagine, ha permesso ai Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale – su delega delle Procure della Repubblica nel Tribunale Ordinario e per i Minorenni di Catania – di eseguire due distinte ordinanze di applicazione di misure cautelari nei confronti di 6 persone. Queste sono indagate, a vario titolo, nel concorso in resistenza, violenza o minaccia a pubblico ufficiale aggravata, lesioni personali aggravate e danneggiamento aggravato.

Di seguito i provvedimenti cautelari: Salvatore Musumeci, classe 1996 (destinatario di misura cautelare in carcere); Sonia Gangi, classe 1984; Danilo Gaetano Aurora, classe 1998; Liliana Bellia, classe 1966 (destinatari di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). M.P., classe 2002 ; M.D., classe 2003 (minorenni destinatari di misura cautelare del collocamento in comunità).

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