Apologia della mafia, proposta di legge contro chi inneggia alla malavita

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È stata messa a punto una proposta di legge per modificare l’articolo 414 del codice penale e prevedere l’aggravante dell’istigazione o dell’apologia della mafia. Il suggerimento deriva da avvenimenti di cronaca che hanno visto cantanti neomelodici inneggiare a vari esponenti della malavita e della criminalità organizzata. La modifica vuole fermare questa minoranza di persone ed evitare la diffusione di messaggi sottotraccia, tipici del linguaggio mafioso e criminale.

Si punta all’istituzione del reato di apologia, esistente per il terrorismo, per la mafia. Il testo predisposto dai commissari Movimento 5 Stelle è composto da due articoli. Se l’istigazione o l’apologia riguardano il delitto previsto dall’articolo 416-bis (associazione di tipo mafioso) la pena è aumentata della metà mentre aumenta fino a due terzi se il fatto è commesso durante o mediante spettacoli, manifestazioni o trasmissioni pubbliche o aperte al pubblico ovvero attraverso strumenti informatici o telematici. Non possono essere invocate ragioni o finalità di carattere artistico, letterario, storico o di costume. Quando il delitto è commesso tramite l’uso di social network o mediante emittenti radio o televisive o per mezzo della stampa il responsabile della divulgazione dell’apologia viene punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 10.000 euro e con l’obbligo di rettifica.

Oggi pomeriggio l’iniziativa sarà presentata nel corso di una conferenza stampa alla Camera. Prenderanno parte all’evento Stefania Ascari (deputato del M5S e prima firmataria del testo), il senatore Nicola Morra (presidente della Commissione bicamerale Antimafia) e Guido Salvini (magistrato esperto in materia di terrorismo e di criminalità organizzata e interlocutore nella fase di redazione della proposta di legge).

Non vogliamo certo censurare la libertà di pensiero – afferma Ascarima mettere uno stop a quelle condotte e quelle espressioni che superano il limite e quindi equivalgono a manifestazioni di mafiosità. La libertà di pensiero non può infatti essere invocata quando l’espressione del pensiero diventa una offesa. La mafia si nutre di messaggi e questi vanno fermati: non è possibile esaltare la strage di Capaci, si tratta di istigazione e si mira a ottenere consenso sociale. Così la mafia diventa una alternativa positiva e va fermata; il contrasto alle mafie deve partire dal linguaggio, altrimenti non le fermiamo più, va responsabilizzata la comunicazione, e alcuni personaggi non vanno presi a modello ma vanno trattati da criminali”.

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