Catania, matrimoni di comodo per ricevere permesso di soggiorno: 9 indagati

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Nuovo business illecito a Catania: organizzavano matrimoni di comodo, con testimoni pagati, un finto rinfresco e una convivenza per ottenere il permesso di soggiorno e la cittadinanza italiana. Sandra Patricia Manyoma detta Jessica, 46enne di origine colombiana, è al centro dell’inchiesta. Il gip del tribunale di Catania, su richiesta della Procura etnea, ha disposto per la donna la misura cautelare personale dell’obbligo di dimora. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Catania. Sono indagate altre otto persone. Dalle investigazioni, iniziate nel 2018, emerge un sistema che, con soldi da parte dello straniero irregolare, permetteva l’organizzazione di un matrimonio con una donna residente in Italia, con testimoni “a pagamento”, spese di bellezza per la falsa sposa e la predisposizione di un rinfresco. Non vi era quindi alcun vincolo affettivo tra le parti che non si conoscevano e addirittura per gli sposi clandestini spesso era richiesto l’intervento di un interprete nel rito civile poiché non parlavano la lingua italiana. La convivenza dei finti coniugi nella stessa dimora era mantenuto il tempo necessario al superamento dei controlli e in certi casi non avveniva. Prevista per i coinvolti l’elargizione di un corrispettivo per l’opera prestata.

L’arrestata mediava per trovare stranieri interessati a realizzare la frode e si occupava di risolvere il profilo logistico della celebrazione degli eventi. Sono stati quindi contestati agli indagati, in relazione al ruolo ricoperto da ciascuno, i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di falsità ideologica in atto pubblico (relativamente al’atto del matrimonio in quanto contratto ab origine con “riserva mentale”) e di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato.

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