Ragusa, ASP sospende sanitari non vaccinati: la replica di un sindacato

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L’ASP di Ragusa ha sospeso dal servizio circa 30 dipendenti (tra medici, infermieri e operatori sanitari) che hanno deciso di non sottoporsi, al momento, al vaccino contro il Covid-19. Sulla vicenda ha diffuso una nota il Coas (Sindacato dei Medici Dirigenti) che ha espresso la propria contrarietà rispetto ai fatti accaduti.

“Apprendiamo dalla stampa che l’ASP di Ragusa ha sospeso dal servizio i dipendenti che non si sono ancora sottoposti alla vaccinazione per la SARS-CoV2 – si legge nel comunicato -. Sarebbero circa 30 tra medici, infermieri e operatori sanitari. Il provvedimento che, riguarderebbe anche la convenzione con un medico di famiglia, ha effetto immediato ed è valido fino al 31 dicembre prossimo e prevede anche la sospensione della retribuzione e di ogni altro compenso”.

Secondo il sindacato “l’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa erroneamente ha ritenuto di agire in base alla nuova normativa in materia introdotta dal D.lgs. 1 aprile 2021 n. 44″ e ancora “l’ASP di Ragusa ha violato in pieno la legge nella quale è espressamente scritto che gli accertamenti in assoluto rispetto della privacy e l’eventuale decisione circa i provvedimenti sanzionatori da comminare, compete a organismi superiori ex art. 4 comma 4 e seguenti. Il Co.A.S. Medici Dirigenti invita tutti a fare uno sforzo e a leggere il D.lgs. 1 aprile 2021 n. 44″.

Il Coas incalza e si scaglia contro il Direttore Generale dell’Asp ragusana ed esprime il proprio pensiero su quanto accaduto analizzando dalla propria prospettiva le nuovi leggi imposte dal governo e i nuovi obblighi in materia di campagna vaccinale. “Sarà allora chiaro a tutti – scrive il Coas – che il Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, sospendendo i 30 professionisti della salute invece che ricollocandoli temporaneamente in servizi a minor rischio, ha commesso un incredibile abuso di potere e malversazione, nonché causato danno erariale perché i dipendenti andranno risarciti e reintegrati a spese del contribuente.
Infatti il d.lgs. 1 aprile 2021 n. 44 all’art. 4 non dice alle aziende sanitarie e agli ordini professionali di procedere arbitrariamente alla sospensione dei colleghi, ma indica il ricollocamento anche con mansioni inferiori e decurtazioni stipendiali commisurate al nuovo ruolo. il D.lgs. non è stato rispettato”.

“Pertanto – si legge -, il Co.A.S. Medici Dirigenti chiede il reintegro e il risarcimento dei colleghi colpiti, in modo difforme dall’applicazione del D.lgs., da provvedimento disciplinare e di avviare con urgenza una indagine ispettiva” al fine “di ripristinare un clima di serenità tra gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza pandemica”.

“Infine, premesso che senza esitare, noi che scriviamo abbiamo liberamente scelto di vaccinarci, pur sapendo che gli attuali vaccini sono da considerare ancora in fase sperimentale, soprattutto nei loro effetti – positivi e negativi – sulla media e lunga distanza, ricordiamo a tal proposito, che l’FDA li ha autorizzati solo come vaccini d’emergenza, in relazione ad una situazione di crescente epidemia.
Ci siamo vaccinati perché riteniamo, allo stato attuale che la vaccinazione di massa sia l’opzione migliore per uscire da questa drammatica situazione sanitaria ed economica, ma resta ancora una scommessa che tutti noi speriamo di poter vincere.
Detto questo vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà per quei colleghi che hanno deciso di non vaccinarsi. Ci chiediamo ancora: il professionista della salute, vaccinato, può infettarsi ed infettare?
Sì, ma la vaccinazione di massa sembra sicuramente utile sia nelle popolazioni che l’hanno utilizzata, sia nel ridurre la gravità della sindrome e i decessi. Questi tre obiettivi non sono di poco conto.
Resta il fatto, che anche i soggetti vaccinati possano essere con molta probabilità fonte di contagio.
Ci chiediamo quindi, quale senso abbia renderla obbligatoria solo per alcune categorie anche se a maggior rischio?
Sarebbe più logico  – conclude la nota a firma del Vice Coordinatore Provinciale – Dott. Emilio Cortese del Coordinatore Provinciale – Dott. Mario Salvatore Macrì e del Segretario Nazionale – Dott. Alessandro Garau – renderla obbligatoria per tutti; in definitiva sarebbe preferibile rivedere l’art. 4 del D.lgs. 1° aprile 2021 n.44″.

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