Spiagge siciliane e sicurezza, Malfitana (FIN) ad A1N: “Formiamo nuovi assistenti bagnanti”

È intervenuto ai microfoni di Antenna Uno Notizie il coordinatore regionale della Federazione Italiana Nuoto, Sez. Salvamento e membro commissione didattica nazionale, Vincenzo Malfitana. Il dottor Malfitana si è soffermato sulla ripartenza post Covid-19 legata all’inizio della stagione balneare in Sicilia, con tante difficoltà legate alle conseguenze dell’emergenza pandemica e non soltanto, oltre che sulla figura importante dell’assistente bagnante.

“Alla luce della situazione legata al Covid-19 a fine Aprile – esordisce il coordinatore regionale Salvamento della FIN – noi avevamo dei grossi dubbi sulla partenza della stagione. Siamo partiti nei primi giorni di Maggio come coordinamento e corsi di formazione per gli assistenti bagnanti anche se in ritardo, non certamente dovuto a nostre responsabilità, cercando di colmare le lacune che c’erano, ci sono e che si continuano a verificare. Ci sono stati articoli scritti in maniera discutibile relativamente al contesto della balneazione e dell’organizzazione e formazione degli assistenti bagnanti perché purtroppo ad oggi, anche se stiamo lavorando alacremente per cercare di formare più personale possibili, c’è una carenza di assistenti bagnanti pazzesca”.

Vuoi per la situazione Covid – specifica Malfitana – o per altre situazioni di cui io non voglio entrare nel merito, è chiara una cosa lampante, che noi rilasciamo dei brevetti. Spesso la gente associa il bagnino ad una figura di basso spessore: ovviamente non è così. Il bagnino o assistente bagnante è una figura professionale di alto valore, è responsabile dei salvataggi e delle emergenze in mare. Nell’ordinanza della Capitaneria di porto c’è scritto che lo stabilimento balneare non può aprire senza la figura dell’assistente bagnante. Da ciò possiamo capire l’importanza che riveste nell’ambito di una stagione balneare. Sono coloro che salvano le vite delle persone che passano una giornata a mare e che spesso non seguono determinate norme comportamentali. Ricordiamoci che queste persone sono controllate da uno degli organi più importanti che è la Capitaneria di porto, con cui lavoriamo in maniera sinergica. Loro sono organi di controllo nei corsi e organi di controllo sulle spiagge, vengono formati e successivamente controllati”.

“Abbiamo terminato tutti i corsi per gli assistenti bagnanti per la piscina – prosegue il rappresentante regionale – Ora stiamo formando insieme alla Capitaneria di porto con appositi esami, a gruppi di 10, tutti gli assistenti bagnanti che andranno a colmare queste lacune che ci sono negli stabilimenti balneari. Io ricevo giornalmente telefonate di proprietari di stabilimenti balneari senza assistenti bagnanti. Purtroppo il Covid ci ha bloccati e siccome noi abbiamo dei tempi contingentati per svolgere un corso, non possiamo mandare gente allo sbaraglio. Non è nel mio stile e non è nello stile della Federazione Italiana Nuoto. Penso che entro la fine di Giugno tutte le figure, circa 60-70 assistenti bagnanti, andranno a coprire quello che è di nostra competenza (dalla foce del Simeto fino a quella dell’Alcantara, ndr). Voglio aggiungere una piccola chicca: il reddito di cittadinanza, che qualcuno al telefono mi rimprovera o millanta, non l’ho creato io. Questa misura dà soldi dello Stato a chi non ne ha bisogno. Abbiamo dovuto creare un portale online della Federazione dove teniamo delle lezioni online, abbiamo caricato i nostri video e le nostre lezioni per fare apprendere i ragazzi nel minor tempo possibile e nei migliori modi possibili”.

“Il tema dell’organizzazione nazionale è un tasto dolente. Le notizie che arrivavano erano molto contrastanti. Poi arrivò un DPCM che disse che i corsi di formazione si potevano fare nelle piscine ma in presenza ma allo stesso tempo il DPCM diceva che le piscine al chiuso non potevano essere sfruttate o aperte. Lo sanno tutti che significa aprire una piscina solo per 10-20 persone, è come fare partire una nave da crociera con 2 persone sole. Poi le zone colorate, le lezioni online che nel nostro caso non sono fattibili. Online si possono fare i corsi ma la pratica per vedere se una persona sa nuotare o meno, le nuotate del salvamento, il trasporto di un pericolante, l’uscita dall’acqua di un pericolante, come entri in acqua, i vari tuffi d’ingresso come si potevano fare mai online? Quindi abbiamo iniziato con le lezioni online, poi ci siamo trasportati in piscina con mascherine prima di entrare in acqua. Una situazione alquanto particolare che in un corso del genere ci ha bloccati e rallentati nel nostro iter. Nel BLS non si possono fare le insufflazioni, quindi si deve sopperire con altre situazioni e le abbiamo dovute spiegare a questi ragazzi. Qua non si scherza. Il presidente del comitato regionale, Sergio Parisi, su queste cose è giustamente molto intransigente”.

 

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