Vaccino in Sicilia, Musumeci: “Violazione della privacy? Infondata la preoccupazione del Garante”

zona arancione; autobomba

Mentre sulle colonne del Corsera un autorevole giuslavorista come il professor Ichino rivendica l’esistenza di norme nazionali che possono determinare perfino il licenziamento dei lavoratori, misura francamente sproporzionata, il Garante per la protezione dei dati personali si preoccupa di possibili, quanto inesistenti, lesioni alla privacy derivanti dall’invito alla vaccinazione dei datori di lavoro ai loro dipendenti“. Lo ha dichiarato il governatore siculo, Nello Musumeci, commentando il provvedimento adottato dal Garante della privacy in merito all’ordinanza 75 del 7 luglio del presidente della Regione.

“Si tratta di un atto giuridicamente non condivisibile – prosegue Musumeci –, da parte di chi evidentemente non si rende conto di cosa sia una pandemia e come meriti protezione una Regione che non può permettersi nuove chiusure, senza mettere definitivamente a rischio l’economia e, quindi, il lavoro di migliaia di persone e la salute pubblica”.

Il professor Ichino evidenzia come non serva una norma nazionale per agire sui lavoratori – si legge in una nota della Regione Siciliana -, perché esiste già l’articolo 2087 del Codice civile che, in combinato disposto con gli articoli 15 e 20 del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro), affida proprio ai datori di lavoro il compito di “adottare tutte le misure consigliate dalla scienza, dalla tecnica e dall’esperienza idonee a ridurre al minimo, se non azzerare, ogni rischio per la sicurezza e il benessere fisico e psichico del lavoratore”.

Peraltro, proprio nei giorni in cui da Roma vengono chieste informazioni ben più penetranti sul mondo della scuola e in procinto di emanazione del nuovo decreto annunciato dal Governo nazionale le preoccupazioni avanzate sono infondate e del tutto apodittiche” conclude Musumeci.

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