Sport, ancora tanta passione. Assemblea soci il 17 giugno | Calcio Catania, gli ultimi se…

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Sono anni di passione per il Calcio Catania, non ha più senso limitare nel tempo il concetto perché la società rossazzurra, matricola 11700, vive una crisi economica gravissima che può essere superata solo nel momento in cui la riduzione e rimodulazione debitoria sarà certificata nero su bianco e la proprietà del sodalizio passerà ad una realtà forte che si faccia carico del futuro, auspicando un rilancio imprenditorialmente convinto e sportivamente fondato, se le circostanze lo permetteranno.

Il tempo scorre inesorabilmente e SIGI ha continuato a lavorare per trovare le migliori soluzioni possibili per un traghettamento all’iscrizione e all’impostazione della prossima stagione 2021/2022. L’attuale proprietà rossazzurra, che ha previsto un’assemblea dei soci per il 17 giugno, ha accettato di rapportarsi a qualsiasi realtà, cercata direttamente o per pervenuta richiesta di dialogo, per provare a salvare la storia etnea. Il tutto dopo il traumatico distacco da Joe Tacopina, l’avvocato e manager italo-americano che per mesi ha prima trattato, poi chiuso e successivamente atteso il closing per definire la cessione del club. Ad oggi la soluzione Tacopina, nonostante la recente notizia di una manifestazione d’interesse per la Spal in Serie B, per questioni di carattere tecnico e burocratico principalmente ma non soltanto sembra essere l’unica “definitiva” per continuare a sognare. Il lavoro della SIGI è stato enorme in questi mesi ma è arrivato il momento di mettere da parte dubbi e situazioni di ambiguità, perché il gioco ormai non è più un gioco, e la Spa pare non possa sostenere a lunga gittata la squadra dell’elefante. Per quanto encomiabile sia stato l’impegno condotto da luglio dello scorso anno ad oggi, occorre dunque un ulteriore step per la famosa continuità aziendale del Calcio Catania.

L’augurio diffuso della piazza è che le interlocuzioni attualmente in atto producano gli effetti sperati, ovvero l’iniezione di liquidità nelle casse aziendali ma se così non dovesse essere la più grande speranza e la chiave di tutto può essere uno e un solo passaggio: lavorare in maniera infaticabile per l’omologa del tribunale, o comunque per l’apposizione in nero su bianco degli accordi con gli enti principali con cui il Catania ha contratto debiti e anche con i privati e passare la patata bollente a Tacopina. Del resto l’italo-americano ha sempre, sin dal preliminare (nonostante qualche festeggiamento di troppo che ad oggi è apparso eccessivo per un affare effettivamente mai realmente chiuso) voluto e preteso la certificazione sui debiti.

Non c’è più tempo, non è più una questione di cifre, ma di certezze da costruire. Il Catania chiuda accordi con tutti i suoi interlocutori, accetti le condizioni dell’Agenzia delle Entrate di Palermo, non ci si arrocchi sulle cifre (poco meno di sei milioni e poco più di otto è una differenza “irrisoria” se in ballo c’è metaforicamente la vita o la morte). Anche con i privati, e con molti si era chiuso un accordo, è il momento di transare per evitare che si faccia richiesta di istanza di fallimento.
Resta anche il rognoso caso di Calcio Catania Servizi che potrebbe incidere sul destino (economicamente parlando) del Calcio Catania. I tempi tecnici per l’omologa rispetto all’iscrizione sono davvero stretti ma post iscrizione ottenendo quel fondamentale documento, a quel punto la palla passerebbe a Joe Tacopina che ha giurato fedeltà al suo progetto rossazzurro e siamo certi che non saranno 2-3 di milioni di euro a quel punto a fare la differenza. Ma SIGI avrebbe fatto fino in fondo il suo dovere creando tutte le condizioni dovute per la cessione.

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