Calcio Catania | Il risarcimento, la cessione e il tribunale: quale futuro per l’elefante rossazzurro?

Torre del Grifo; tribunale

Si infittiscono sempre di più le trame sul futuro del Calcio Catania, sulla possibile cessione della società, sulle mosse dell’attuale proprietà e del tribunale etneo. Nelle giornate passate, come vi abbiamo riferito, le pagine di “Repubblica” hanno reso nota la vicenda relativa ai diritti Tv del periodo 2010 – 2015, che potrebbe portare un cospicuo risarcimento danni nelle casse del Catania, circa 40-50 milioni di euro, secondo quanto è stato riferito.

Quali saranno gli sviluppi di questa vicenda e quali potrebbero essere le conseguenze sulla trattativa in corso con la S.I.GI., sulla procedura competitiva promossa dal tribunale in virtù dell’eventuale presenza di altri acquirenti e sul concordato preventivo in bianco, riguardante proprio il Calcio Catania, giudicato ammissibile dal dispositivo del 28 maggio scorso? Un ruolo fondamentale, ovviamente, lo giocheranno come sempre le tempistiche. Bisognerà, infatti, capire se questa importante somma potrà davvero essere incassata dalla società etnea e, soprattutto, entro quanto tempo. Il possibile risarcimento, cioè, sarà disponibile in tempi utili per permettere la ricapitalizzazione, il rilancio e la nuova programmazione da parte della proprietà Pulvirenti? Dirimere questi dubbi significherebbe decriptare molte delle dinamiche che incideranno sul futuro dei rossazzurri, ma appare evidente, sin da subito, che si dovranno attendere le tempistiche legate ad un procedimento complesso, che vengono spesso dilatate all’inverosimile, tra lungaggini burocratiche e procedurali.

In questo contesto, poi si inserisce la vicenda legata a Torre del Grifo e ai suoi dipendenti. La riapertura del centro sportivo, infatti, dovrà avvenire nel rispetto dei rigidi protocolli sanitari, cosa che ovviamente comporterà dei costi rilevanti. Altro tema caldo è quello relativo ai lavoratori di Torre del Grifo, molti dei quali sono ancora in attesa del pagamento degli stipendi.

Nella nostra analisi, però, crediamo sia giusto, opportuno e doveroso andare anche oltre. Ciò significa, a nostro avviso, riflettere sull’opportunità che nulla cambi, che il futuro sia nel segno della continuità, che la strada della cessione venga abbandonata. Concetto ritenuto inverosimile Da questo punto di vista appare evidente che, in virtù di quanto accaduto negli ultimi anni, la discontinuità e il cambiamento siano prerogative imprescindibili per programmare il futuro del Catania. Anzi, probabilmente, discontinuità e cambiamento saranno fondamentali per garantire un futuro alla tanto chiacchierata matricola 11700. A dirlo, a porre una pietra tombale su ogni ipotesi che si traduca nella permanenza di Nino Pulvirenti al timone, sono stati proprio i rilievi del tribunale, ciò che ha scritto circa la gestione aziendale e il conseguente e progressivo indebitamento. Senza contare, poi, ciò che potrebbe accadere nei rapporti con la piazza, con larghissime fette della tifoseria, non soltanto quella organizzata, che non vedrebbero certamente di buon occhio una simile soluzione. La ripartenza, quindi, fondata su certi presupposti sarebbe una falsa partenza, che ingolferebbe irrimediabilmente il motore della macchina Calcio Catania.

Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, cosa emergerà dalla relazione stilata dalla società sull’offerta della S.I.G.I., quali saranno le prossime tappe di questa calda vicenda che rischia di cancellare 76 anni di storia, passione, fede, amore. Al di là di possibili, futuri, risarcimenti, che rappresenterebbero certamente una boccata d’ossigeno, occorre constatare la realtà, prendere atto che la strada maestra, quella da seguire senza esitazione alcuna, porta dritta alla cessione.

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