Calcio, Catania: il miraggio dei playoff e l’esigenza della cessione

Catania; cessione

La possibilità che il Catania possa disputare i playoff appare pressoché irrealistica, infatti, se da un lato la classifica permetterebbe ai rossazzurri di giocare gli spareggi per la promozione in virtù del sesto piazzamento maturato in classifica ed i 47 punti conseguiti, dall’altro, invece, la situazione economica che vede il club etneo ad un passo dal fallimento desta molte perplessità. Nonostante la Lega Pro, con l’avallo dell‘odierno Consiglio Federale, abbia dato l’ok per la disputa degli spareggi, ed il Catania si sia mostrato favorevole a giocarsi la chance della promozione, molti però sono i dubbi e le perplessità che destano non poche preoccupazioni.

I primi interrogativi che sorgono a tal proposito sono orientati a capire se i calciatori, gli stessi che
hanno messo in mora la società per i mancati pagamenti, siano disposti a scendere in campo. È vero che il club presieduto da Gianluca Astorina, recentemente nominato Amministratore Unico, ha provveduto ad ottemperare ad alcune spettanze economiche, ma sono pochi i calciatori che hanno ricevuto gli stipendi e, tra l’altro, si tratterebbe di emolumenti arretrati. L’altro grosso interrogativo che vi si pone riguarderebbe il centro sportivo di Torre del Grifo. Rimasta chiusa a causa del Covid 19, la struttura per poter riaprire dovrà esser messa a norma, quindi sanificata rispettando i protocolli igienici decisi dallo Stato, ma ciò, oltre alla gestione del centro comporterebbe un ingente esborso economico che il Catania faticherebbe non poco a sostenere. Sebbene il centro polifunzionale abbia svolto in questi anni il ruolo di “volano” per il Catania, sarà comunque complicato rimettere in moto la struttura considerando anche che ben 500 dipendenti sono da parecchi mesi in attesa di ricevere i propri emolumenti. Qualora il Catania decidesse comunque di calcare il rettangolo verde, ammesso che i calciatori siano disponibili, si andrebbe incontro agli elevati costi relativi all’organizzazione delle gare con il protocollo sanitario voluto dalla FIGC, che includerebbe l’implementazione dei tamponi per gli atleti oltre che l’attuazione di tutte le misure restrittive.

In virtù di questa analisi, e delle palesi perplessità ad essa collegate, appare evidente che, parlare di campo, playoff e ripartenza, in questa fase, sia quantomeno fuoriluogo. Immaginare un ritorno alla “strana normalità” del calcio giocato post Covid è, per il Catania, pura ed autentica utopia. Con quale spirito, con quale animo, il coraggioso manipolo di atleti disposti a scendere in campo, affronterebbe i lunghi, difficili e sfiancanti spareggi promozione? Quanta strada potrebbe fare una società alla canna del gas? Come si pensa di poter affrontare trasferte che, ipoteticamente, potrebbero condurre il gruppo rossazzurro nel nord Italia? Senza dimenticare, poi, che l’eventuale disponibilità alla disputa dei playoff potrebbe essere letta, ed in parte è già avvenuto, come un’arma di distrazione di massa, un tentativo di sopire gli animi di una piazza stanca ed esausta, che chiede soltanto la cessione, la parola fine ad anni bui e deprimenti. Una simile scelta, inoltre, suonerebbe come un’ulteriore conferma che, a dispetto di proclami e dichiarazioni varie, la volontà di cedere non è poi così concreta. Ci sarà tempo e modo per parlare, finalmente, soltanto di calcio giocato, di campo, di goal, emozioni, vittorie e sconfitte…. Questo è quello che tutta la città si augura, questa è la speranza di chiunque abbia il rossazzurro nel cuore. Per farlo però, per gettare le basi di un nuovo capitolo targato Calcio Catania 1946, matricola 11700, occorre prendere atto della realtà dei fatti, lavorare alla cessione e rifuggire sogni illusori che, si sa, svaniscono alle prime luci dell’alba.

 

Vittorio Sangiorgi e Adriano Nicosia

Condividi

Articoli Correlati

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.